Fraternità Missionarie Cappuccine
nel cuore dell'Amazzonia
1. Introduzione.
Dal 2010, e un po' di più negli ultimi sei anni, si è cominciato a parlare
di una fraternità interprovinciale in Amazzonia, dove si potesse svolgere
un'opera missionaria particolarmente dedicata alle popolazioni indigene. La
proposta è stata discussa in più sedi senza arrivare a una concretizzazione.
All'inizio di questo sessennio, il nostro Ministro generale fr. Roberto Genuin ha proposto nella sua lettera programma "Ringraziamo il Signore":
Visti i risultati positivi e la spinta del
Capitolo, il Consiglio Generale intende poi verificare la possibilità di
avviare anche in America una qualche fraternità interculturale, come il
"Progetto Fraternità per l'Europa"; riteniamo infatti che
possa essere uno strumento valido per dare linfa nuova anche ad altre Circoscrizioni
fuori dai limiti territoriali del vecchio continente. Allora, per superare la
designazione geografica e prendendo a riferimento quest’anno giubilare dedicato
a San Lorenzo da Brindisi – uomo che sapeva coniugare mirabilmente prolungata
preghiera, preparazione culturale e impegno instancabile per impiantare con
efficacia e far progredire rigogliosamente l’Ordine – si è pensato di titolare
il Progetto non più ormai "Fraternità per l'Europa" ma "Fraternità
San Lorenzo da Brindisi”. (# 51)
2.
Cosa
sono le Fraternità San Lorenzo da Brindisi?
A seguito dell'incontro tenutosi a Fatima nel dicembre 2014, fr. Mauro
Jöhri ha definito queste fraternità come segue:
“Vogliamo tentare un nuovo cammino, costituendo
fraternità interculturali, che alla luce del vangelo e delle nostre
Costituzione vivano la preghiera, la vita fraterna e la missione in modo
autentico e coerente. La risorsa dell’interculturalità sarà la testimonianza,
che fratelli provenienti da diverse culture, se guardano a Cristo presente tra
loro, possono vivere, donarsi e lavorare insieme. Ci sostiene la consapevolezza
che il carisma di Francesco d’Assisi, vissuto e testimoniato ha ancora tanto da
dire e comunicare agli uomini e alle donne del nostre tempo.”
“Desidero veder sorgere fraternità che vivano una
fede schietta e profonda, dove la qualità delle relazioni fraterne diventa
testimonianza dell’Amore di Dio, e luogo di accoglienza capace di generare
proposte di sequela al Signore Gesù. Vogliamo evangelizzare con la nostra vita
quotidiana e lo vogliamo fare in comunione con le Chiese locali e con le realtà
ecclesiali là dove il Signore ci donerà di essere presenti.” (Fr. Mauro
Jöhri – Fraternidades para Europa – 28/01/2015).
3.
Caratteristiche carismatiche delle Fraternità San
Lorenzo da Brindisi.
Queste Fraternità devono vivere intensamente la vita fraterna, la minorità,
la preghiera e l'apostolato. Indichiamo alcune
caratteristiche carismatiche di queste fraternità internazionali:
A.
Sul valore della vita fraterna:
I frati devono essere convinti che la vita fraterna è fondamentale nella
nostra vita cappuccina ed è anche il nostro primo apostolato. Essere veramente
fratelli: amarsi, prenderci cura di noi, servirci, avere famigliarità, gustare lo
stare insieme. Per questo si deve generare un ambiente di fiducia, gioia,
sensibilità, accoglienza, dialogo e anche perdono. Tutto questo non è altro che
vivere il vangelo e se vogliamo evangelizzare dobbiamo prima disporci a
sperimentarlo.
È molto importante che una volta al mese si celebri il Capitolo locale,
come occasione di formazione, preghiera, revisione di vita, condivisione dei
sentimenti, programmazione e verifica delle attività, ecc.
Sarà anche molto importante che i frati si prendano del tempo per conoscersi, per ascoltarsi: vita familiare, storia vocazionale, sogni e frustrazioni, attese verso la fraternità. Le relazioni fraterne si consolidano molto quando momenti di dolore e difficoltà sono vissuti insieme come veri fratelli o anche come "madri", soprattutto, ad esempio, nei momenti di malattia, difficoltà famigliari (malattia dei genitori o dei parenti stretti, lutto, crisi... ascoltare, pregare insieme...), momenti di conflitto o di crisi.
Il Guardiano di ciascuna di queste Fraternità sarà una figura fondamentale e dovrà essere un vero stimolatore della fraternità e del rapporto reciproco. Per questo, al momento della nomina, sarà molto importante che il Superiore maggiore faccia un buon discernimento, coinvolgendo anche il Consigliere generale di zona.
B.
Il valore della minorità.
Francesco si è ispirato al dal mistero dell'Incarnazione per spronare alla
minorità. Questa caratteristica deve essere molto presente anche nella nostra
vita per non sfigurare il nostro essere francescani. Nella minorità troviamo la
sintesi della povertà con l'umiltà ed essa è legata alla sobrietà, semplicità,
essenzialità, trasparenza.
Espressioni concrete di minorità che devono essere coltivate in queste Fraternità: assumere con gioia e zelo i semplici servizi della casa, evitando il più possibile di avere dipendenti a fare le cose tipiche dei "minori". Diventa strano quando assumiamo persone per fare le cose più semplici nelle nostre case.
Dovremmo promuovere la semplicità nelle cose che abbiamo e usiamo, la sobrietà nel cibo, che deve essere buono, sufficiente, sano ma allo stesso tempo semplice e ispirato ai cibi che mangiano le popolazioni locali. Normalmente non possiamo mangiare nelle nostre case ciò che non è tipico del luogo, questa sarebbe una mancanza di incarnazione. In qualche giorno festivo si possono "importare" altri cibi.
È importante mantenere un'economia trasparente, attenta ai bisogni autentici dei frati. Gli economi devono sentirsi servitori della fraternità e nient'altro, e tutti devono dare con fiducia tutto ciò che ricevono. La fraternità deve cercare creativamente di essere produttiva. Si potrebbe dire che dovrebbe cercare di mantenersi nelle cose ordinarie, entro quanto è possibile in questa specifica realtà missionaria. Certamente quando c'è un gruppo di studenti, le spese saranno più alte e si potranno utilizzare altri sussidi.
L'amore per il lavoro è senza dubbio una parte importante della nostra spiritualità, il lavoro è una grazia. La cosa normale nella nostra vita è lavorare per procurarci ciò che "mangiamo" e anche per dare in beneficenza. Se siamo sani e capaci, dobbiamo rifiutare l'idea di essere mantenuti. Viviamo del lavoro delle nostre mani e quando ci manca ci rivolgiamo alla mensa del Signore. Non dimentichiamo che siamo un ordine mendicante. E il fatto che anche persone semplici collaborino con noi ci aiuta a prendere coscienza della nostra vocazione.
Anche l'uso del nostro abito religioso, secondo le nostre Costituzioni, è segno di minorità e povertà. Indubbiamente, sebbene l'uso continuativo non sia obbligatorio, è un segno forte della nostra consacrazione e ci aiuta a consolidare la nostra identità. In alcuni momenti di vita fraterna, come nella preghiera o anche nella vita pastorale, potrebbe essere un segno importante del nostro amore per la nostra vocazione, e si rivela come un eccellente promotore di vocazioni.
C.
Il valore della vita di preghiera.
Secondo l'ideale di san Francesco, la preghiera dovrebbe avere la priorità
nella nostra vita, nulla dovrebbe anteporsi, ed è questo che vogliamo cercare
di vivere in tutte le nostre fraternità. Per buona parte del nostro tempo
vogliamo essere in fraternità con il Signore, godendo della sua presenza,
nutrendoci della sua Parola, riempiendoci della sua grazia. Questo significa un
tempo importante. La preghiera non può entrare nei ritagli di tempo di altre
attività, ma le altre attività occupano il tempo rimanente della preghiera
(altrimenti non è quella principale). La preghiera non deve essere un peso, un
obbligo, ma una grazia, una delizia, per questo non deve essere lasciata per
fare altre cose, ma questa priorità va vissuta con gioia.
L'Eucaristia deve essere la fonte e il culmine della vita fraterna. Sia celebrata ordinariamente ogni giorno con la presenza di tutti i frati della fraternità, nella cappella della fraternità o in altro luogo, con o senza la partecipazione di altri fedeli, anche se un frate celebra un'altra Messa anche per motivi pastorali. L'ideale è partecipare alla Messa fraterna, come richiesto dalla Chiesa. Questa Messa fraterna, sacramento di unità, celebrata quotidianamente da tutti i fratelli è il fondamento della nostra fraternità, ed è ciò che ci aiuta ad essere un solo corpo e una sola anima. Questa Messa va vissuta con molta intensità: preparando quanto è necessario perché la partecipazione sia attiva, consapevole e fruttuosa.
La Liturgia delle ore, che distribuisce il dialogo gioioso con il Signore nelle diverse ore della giornata, deve scandire il ritmo della fraternità ed essere motivo di gioia e di impegno. Tutti noi con la professione religiosa ci assumiamo l'impegno di pregarla integralmente, in Fraternità, e quando ciò non è possibile, ciascuno deve farlo, anche da solo. Per quanto possibile, la Fraternità celebri tutte le ore (ufficio delle letture, lodi, ora media, vespri e compieta). Ma, secondo le Costituzioni, lodi e vespri non si possono tralasciare, cioè la fraternità deve trovare il modo di celebrarli ordinariamente in comune, e anche tutti gli altri momenti che è possibile. Qui il criterio è invertito: non il minimo richiesto, ma il massimo possibile.
La preghiera mentale, meditazione o contemplazione. La tradizione cappuccina è sempre stata molto gelosa di questo tempo di silenzio generalmente vissuto in comune, in coro, e completato nelle stanze. Secondo le nostre Costituzioni questo tempo deve essere almeno un'ora al giorno. A volte siamo così agitati che facciamo fatica a viverlo, ma è importante praticarlo con pazienza per crescere in questo valore. Si può fare due volte al giorno, ma l'esperienza ci dice che è meglio farlo insieme in cappella. Non possiamo definirci contemplativi se non facciamo questa esperienza. Pur essendo sopraffatti dal lavoro apostolico, questo tempo è essenziale, per poter lavorare bene.
Oltre a tutto ciò, è anche molto importante che i frati coltivino qualche preghiera devozionale, che secondo l'occasione può essere vissuta in fraternità, ma senza sostituirsi ad altre forme di preghiera (Messa, Liturgia delle ore o meditazione), ma come qualcos'altro in più che si aggiunge.
D. Il valore dell’apostolato.
L'apostolato è parte integrante e necessaria della nostra vita cappuccina.
Siamo chiamati, consacrati e inviati a servire. La nostra vita non ha senso se
non è al servizio della Chiesa e soprattutto di chi soffre. È importante
chiarire che l'apostolato non è la nostra priorità, cioè non è ciò che viene
prima, ma questo non significa che possiamo vivere senza di esso, sarebbe un
assurdo.
Poiché siamo chiamati a vivere la nostra missione di Frati Minori, il nostro apostolato deve essere caratterizzato dal nostro modo di essere. La Chiesa attende da noi Cappuccini una collaborazione specifica, un'evangelizzazione con il nostro carisma, un'opera apostolica che porti la nostra impronta. Non vuole che noi facciamo semplicemente quello che un prete diocesano o ciò che un altro missionario può fare molto bene.
Per questo nell'esercizio della nostra attività apostolica è importante ricordare che siamo fratelli. È a partire dalla fraternità che “serviamo”. Nella fraternità discerniamo, assumiamo attività, lavoriamo e valutiamo. È fondamentale lavorare insieme, tutto ciò che facciamo deve essere un'espressione fraterna. Non siamo una società di vita apostolica, cioè dei "pastoralisti", che convivono solo per semplificare alcune cose, ma che nel lavoro apostolico ognuno fa del suo meglio e ognuno fa le sue cose. (E non è che chi vive questo lo faccia male, anzi, c'è molto merito, ma noi Cappuccini non dovremmo essere così). Siamo e vogliamo essere una fraternità apostolica, cioè uomini trasformati che amano lavorare insieme, in équipe, superando le competizioni, le gelosie e i protagonismi personali.…
Non siamo solo fratelli, siamo anche minori, cioè preferiamo essere all'ultimo posto, ci piace fare ciò che gli altri non vogliono fare, ci piace andare incontro ai "lebbrosi" perché guariscano noi, e reputiamo dolce, ciò che agli occhi del mondo è amaro, gustiamo andare incontro a chi è lontano da Dio. Non abbiamo bisogno di avere un posto dove dire "Qui comando io".
È molto importante tenere presente chi siamo per realizzare il nostro piano pastorale o il nostro progetto missionario. Entrambe le Fraternità devono scoprire il servizio pastorale specifico che Dio vuole da noi Cappuccini lì, un progetto che non dipende tanto dalle qualità specifiche o dal gusto di un certo fratello che ora è lì, ma qualcosa che può essere appropriato per qualsiasi frate cappuccino che viene e vuole unirsi, e che, se uno se ne va, può ancora continuare. Non si vogliono disprezzare i doni personali di ciascuno, che sono certamente una ricchezza, e possono aiutare molto, ma all'interno di un progetto complessivo.
Un altro aspetto molto importante per il nostro progetto pastorale è quello di accompagnare la Chiesa, di essere attenti alle indicazioni dei vescovi, purché non vogliano allontanarci dal nostro carisma. È missione dei vescovi aiutarci nella fedeltà al carisma approvato dalla Chiesa.
È molto importante che queste Fraternità abbiano una forte attenzione vocazionale, cioè preghino per le vocazioni e siano attente a suscitare la sollecitudine vocazionale nei giovani con i quali avranno contatto e li accompagnino alacremente nel loro discernimento, dando la possibilità di condividere la nostra vita. Al momento opportuno le vocazioni saranno inviate alla Circoscrizione corrispondente.
4.
Dove si troveranno queste Fraternità San Lorenzo
in Amazzonia?
Saranno due fraternità internazionali in prossimità della triplice frontiera
tra Brasile, Colombia e Perù, nelle città di Benjamin Constant (Brasile) e
Leticia (Colombia), dove abbiamo già fraternità.
5 - Quale sarà la
specificità?
Oltre a vivere la proposta delle Fraternità Internazionali di San Lorenzo da Brindisi in questo contesto significativo e missionario, dovranno essere un centro di formazione che possa offrire, soprattutto ai postnovizi e anche ad altri frati che lo desiderano, l'opportunità di una formazione teorica e pratica sull'ideale della missione nel nostro Ordine dei Cappuccini. (P. Roberto Genuin, Ministro generale. Prot. n. 000240/20).
6. Caratteristiche generali comuni alle due fraternità
A. Per quanto riguarda la
composizione del numero dei fratelli si indica quanto segue:
•
Ci devono
essere almeno 4 fratelli stabili in ogni fraternità, ancora meglio se fossero
5, in modo che se un fratello deve assentarsi per qualsiasi motivo o andare in
vacanza, non smette di essere una fraternità.
•
Di questi
frati, almeno 2 devono essere della propria Circoscrizione, uno del Perù e gli
altri di qualsiasi altra circoscrizione dell'Ordine, con un contratto di
collaborazione fraterna, preparato per questa realtà, e firmato tra i Superiori
maggiori interessati e con l’approvazione del Ministro generale.
B. Per quanto riguarda le lingue, sarà molto importante che Benjamin Constant abbia almeno un fratello di lingua spagnola e in Leticia almeno un fratello di lingua portoghese. Questo bilinguismo sembra essere un'esigenza anche per la posizione di entrambe le fraternità:
•
Benjamin
Constant che è in Brasile, ha dall'altra parte del fiume "Islanda" il
Perù e l'immenso fiume Yavari, che è il confine tra i due Paesi con molte
comunità (indigene e "riberinhas") dove siamo chiamati ad operare
pastoralmente …
•
Leticia, che
è in Colombia, è dall'altra parte della strada con Tabatinga, che è in Brasile,
anche dall'altra parte del fiume c'è Santa Rosa (Perù) con molte comunità molto
trascurate. Nella missione di questa fraternità sarebbe molto importante individuare
un apostolato che possa superare questi confini.
7.
La
relazione tra le due fraternità:
Ciascuna delle Fraternità dipende dal Superiore maggiore a cui appartiene il proprio territorio, tuttavia, hanno un programma comune di mutuo aiuto per incoraggiarsi a vicenda nell'esperienza degli aspetti carismatici e condividere il programma di formazione missionaria. Ecco perché prenderanno in considerazione i seguenti aspetti per mantenere una relazione e un progetto comune:
•
Devono
svolgere almeno un incontro mensile di un'intera giornata, con la
partecipazione di tutti i frati: può essere un capitolo formativo, una giornata
di ritiro, una condivisione delle attività missionarie e anche commemorazioni
di compleanni o altri eventi.
•
Gli incontri,
come sede, possono essere alternati tra le due
Fraternità, a meno che non vi sia una ragione o situazione particolare che
richieda diversamente.
•
In una
riunione di programmazione all'inizio dell'anno, il programma di questi incontri
dovrebbe essere fatto per l'intero anno, ma nulla impedisce che si tenga una
riunione straordinaria per qualche altra occasione.
•
I Guardiani stimolino
un rapporto fecondo tra tutti i membri delle due Fraternità e le occasioni di
incontro di entrambe siano viste e vissute come una piacevole occasione di
esperienza fraterna.
•
Si dovrebbero
creare mezzi di comunicazione fluidi tra tutti i membri delle due Fraternità,
come un gruppo sui social network o altri mezzi.
•
Sarà
importante per entrambe parlare degli aspetti specifici che si desidera avere,
degli orari, e anche delle cose pratiche in modo che per quanto possibile
possano essere simili, pensando ai gruppi che faranno la formazione, in modo
che non ci siano fratture e, ovviamente, abbiano le stesse motivazioni.
• Ogni
Fraternità avrà il proprio progetto di apostolato missionario, ma sarà
importante che durante l'anno vengano promosse alcune attività pastorali
comuni, che coinvolgano tutti i fratelli di entrambe le Fraternità, come
espressione concreta del nostro modo fraterno di servire la Chiesa.
•
i frati di
una fraternità conoscano relativamente bene il servizio pastorale che si svolge
nell'altra, in modo da permettere senza problemi che quelli dell'una possano
sostituire nell'altra quando i frati di quella devono essere assenti a causa
delle attività della Circoscrizione: ritiro annuale, assemblee …
8.
Caratteristiche
dei frati per queste fraternità.
È molto importante che i fratelli che andranno a comporre queste fraternità siano fratelli appassionati della vocazione cappuccina: amano vivere e lavorare in fraternità, disponibili al dialogo, alla progettazione e alla valutazione; siano animati e desiderosi di una vita di preghiera come è il nostro ideale; non devono avere difficoltà con i servizi fraterni e con una vita semplice e provare amore per l'apostolato, l'evangelizzazione e la missione; e avere una salute fisica adeguata. Non devono essere fratelli perfetti, ma fratelli che non hanno preclusione a ciò che è tipico di queste fraternità internazionali di San Lorenzo, e vogliono crescere.
È molto importante, inoltre, che i frati che parteciperanno al progetto siano attenti a costruire queste presenze autenticamente cappuccine ma dal volto amazzonico. Certamente il nostro modo di essere cappuccini può arricchirsi di tante nuove espressioni apprese dalle culture millenarie che sono lì. Per questo, specialmente i “nuovi” fratelli che vi abiteranno devono essere preparati a questa esperienza, in particolare quelli che provengono da altre realtà: studiare qualcosa sulla cultura, la chiesa locale, l'inculturazione, il dialogo interreligioso, ecc. In una parola: essere molto disposti ad imparare, piuttosto che insegnare …
9.
Compiti
del Superiore maggiore della Circoscrizione che è nel suo territorio
Ogni
fraternità sarà animata dal Superiore maggiore della Circoscrizione
territoriale, cioè sarà sotto la sua responsabilità, come tutte le altre
fraternità della Provincia, ma dovrà tener conto della sua particolarità:
•
C'è un
progetto comune tra le due Fraternità, che deve custodire, promuovere e
rispettare.
•
L'importanza
di discutere le eventuali decisioni con il Superiore maggiore dell'altra fraternità e
anche con il Consigliere Generale di area.
•
La visita del
Superiore maggiore dovrebbe essere almeno due volte l’anno, e, se possibile, una di queste
potrebbe essere fatta insieme al Superiore maggiore dell'altra e visitare
entrambe le Fraternità, e inviare una relazione ai Consiglieri generali della
zona.
•
È molto
importante che il Superiore maggiore non pensi che questo sia un progetto della
Curia generale e lo disattenda.
•
Sebbene il
progetto dipenda dai Superiori maggiori della Circoscrizione territoriale, la Curia
generale (soprattutto attraverso i suoi Segretariati) offre supporto su temi
specifici quali: la corretta formazione della fraternità, la qualità
dell'offerta formativa e la continuità della collaborazione.
10. Il progetto fraterno di ogni Fraternità e il
progetto di formazione missionaria
I frati che formeranno queste fraternità si dedicheranno nell'anno 2022 a vivere intensamente la nostra vita cappuccina, cercando di consolidare la vita fraterna, la minorità e la vita di preghiera. Certamente questo stile di vita richiede cambio di mentalità, riformulare opzioni, rivedere priorità, ma proprio per questo è un «ideale di vita», cioè qualcosa che ci stimola, ci muove e ci spinge. Durante questo periodo, i nuovi conosceranno anche i servizi apostolici che si stanno svolgendo attualmente, cercando di avvicinarsi alle persone, ai gruppi apostolici e alle comunità indigene con apertura e rispetto. Questo non è il momento di fare cambiamenti o modifiche, ma di conoscere, discutere e capire cosa si sta facendo, e conoscere le persone del luogo, la loro cultura, la loro fede.
Inoltre, in questo primo anno i frati elaboreranno insieme ai Segretariati generali un corso di formazione missionaria per tutti i postnovizi delle Americhe e anche per altri frati di ogni parte del mondo che vogliano trascorrere del tempo di formazione missionaria permanente carismatica e da svolgere ad experimentum nell'anno 2023.
A partire dal secondo anno, i frati inizieranno a sviluppare un nuovo progetto pastorale missionario che si adatti al nostro stile di vita cappuccino e alle fraternità internazionali “San Lorenzo da Brindisi”. Per questo, saranno presi in considerazione:
•
Le
indicazioni di Papa Francesco nell'esortazione “Querida Amazonia”.
•
Le
indicazioni della Conferenza Ecclesiale Amazzonica;
•
Le
indicazioni dei vescovi del luogo, secondo il piano pastorale diocesano.
•
Conoscere le
indicazioni della Rete Ecclesiale Panamazonica (REPAM) e scoprire quale
contributo specifico possiamo dare a questo importantissimo progetto.
•
Essere in
grado di partecipare alle iniziative intercongregazionali promosse sul
territorio.
Innanzitutto vogliamo vivere intensamente la nostra vita cappuccina, e speriamo che i formandi e i fratelli che sperimenteranno queste fraternità, non solo crescano nel desiderio di missione tra gli indigeni, che sarà molto interessante, ma tornino anche alle loro circoscrizioni rinnovati nella nostra vocazione ordinaria.
11. Fondo di mantenimento
Ordinariamente, la fraternità deve cercare una via di sussistenza con il proprio lavoro, con la collaborazione delle popolazioni locali, e se questo non bastasse con l'aiuto della Circoscrizione .
La manutenzione ordinaria degli immobili, nonché le altre spese o tasse relative al loro possesso, saranno a carico delle Circoscrizioni proprietarie degli immobili.
Le Conferenze Cappuccine d'America creino un fondo per aiutare a mantenere il "Progetto" in ciò che le stesse Fraternità non possono, attraverso la collaborazione di ciascuna delle Circoscrizioni, coinvolgendo i rispettivi Segretariati per l'Evangelizzazione, l'Animazione e la Cooperazione Missionaria.
In caso di straordinaria necessità, il Superiore maggiore della Circoscrizione, o i due Superiori maggiori, possono inviare opportunamente una richiesta di aiuto economico all'Ufficio della Solidarietà Internazionale dell'Ordine.
12. Conclusione.
L'Ordine vede nelle fraternità “San Lorenzo da Brindisi” un modo per riscattare i nostri valori, e con loro aiutare a riaccendere la fiamma del nostro carisma.
Le indicazioni contenute in questo progetto di Fraternità internazionali nel cuore dell'Amazzonia non sono davvero altro che ciò che dovrebbe essere vissuto in tutte le Fraternità cappuccine, ma per molte ragioni a volte vengono un po' trascurate. Non sono esigenze pesanti, ma piuttosto il modo di essere cappuccini nel mondo, e i frati che sentono questa vocazione possono realizzarsi profondamente vivendole. Vivere questi valori è sicuramente il nostro miglior cammino verso la felicità dei cappuccini.
Profilo dei frati
che faranno parte
delle fraternità
internazionali in Amazzonia
Premessa: Sappiamo che il frate ideale non esiste e siamo tutti in costruzione, ma tenendo conto delle caratteristiche proposte a queste fraternità, vogliamo dare alcune indicazioni che possono aiutare prima di tutto i fratelli che desiderano partecipare a questa esperienza affinché possono fare il loro discernimento personale e in seguito anche ai loro Superiori maggiori che, secondo le nostre Costituzioni, sono quelli che dovrebbero generosamente inviare in missione i frati, quando sono ritenuti idonei. “I ministri non rifiutano di inviare frati idonei per la carenza di frati nella provincia, ma riversano tutto il loro pensiero e la loro sollecitudine su Colui che si prende costantemente cura di noi”. (C. 178,3)
1 – Deve essere un fratello che «per
divina ispirazione si sente chiamato a questa opera missionaria» (C.178,1),
cioè che ha maturato nella preghiera e nella vita questa divina chiamata.
2 – un fratello appassionato al nostro carisma e che vuole vivere la missione dalla nostra dimensione carismatica. Il desiderio missionario da solo non basta, è necessario che voglia essere missionario cappuccino.
3 - un fratello adatto alla vita di fraternità: capace di ascolto e di dialogo, di amare e servire i fratelli, capace di relazioni interpersonali sane, non conflittuali. Che gli piacciano le dinamiche fraterne: capitoli locali, condivisione fraterna. Una persona positiva e flessibile.
4 – un fratello che ama la minorità. Disponibile a fare servizi fraterni fin dai più semplici; senza troppe pretese per quelle che sono le comodità, o il cibo, o gli oggetti personali, con la capacità di gestire positivamente i limiti logistici del luogo, e che crede che la povertà sia un valore.
5 – un fratello aperto e sintonizzato con la nostra vita di preghiera, che capisce che è la nostra priorità (C. 45,7), con voglia di crescere nella vita spirituale cappuccina, che non pone resistenze all'Eucaristia quotidiana, alla Liturgia delle ore e alla meditazione, anche se sente di dover migliorare.
6 – un fratello ottimista, generoso nella vita apostolica e disposto a viverla dalla fraternità, che vuole vivere la fraternità come primo apostolato. Capace di donarsi nella missione, ma lasciandosi guidare dalla fraternità e dalla Chiesa; aperto all'inculturazione, capace e disponibile all'apprendimento di altre lingue e con particolare piacere nel servire i più bisognosi; in grado di collaborare in modo creativo con un progetto di missione (pianificare, eseguire e valutare).
7 – un frate disposto a collaborare nell'accompagnamento e nella formazione dei frati che visitano le fraternità per fare esperienza di fraternità e missione, predicando sia con la testimonianza di vita che con le parole.
8 – un fratello maturo (preferibilmente tra i 35-55 anni), in buona salute fisica ed emotiva. Se avesse avuto un problema di salute non sarebbe qualcosa che mette la fraternità in una situazione difficile; che abbia una stabilità emotiva capace di vivere con gioia le possibili situazioni che possono verificarsi in missione.
9 – un fratello che sappia interagire in modo sano con la propria famiglia e con gli amici esterni, senza creare situazioni di disagio per la fraternità.
10 – un fratello che desideri fare parte di questa esperienza per almeno 6 anni.
Insistiamo sul fatto che non stiamo pensando a un fratello perfetto, ma a un fratello, come la maggior parte dei fratelli, che vive il suo essere cappuccino con gioia, semplicità e disponibilità e vuole crescere e migliorarsi in ogni modo possibile. Ma ci sono alcuni fratelli che dalla loro storia percepiscono chiaramente di non essere indicati a questa esperienza, perché sicuramente soffriranno molto e faranno anche soffrire.