La Madre del Buon Pastore
L’approvazione ecclesiale
Fr. Isidoro aveva cercato in molti modi di ottenere l'approvazione ecclesiastica di questa devozione finché ottenne da papa Clemente IX (1700-1721) due bolle che garantivano due concessioni: l'altare dove veniva venerata l'immagine della Divina Pastora fosse un altare privilegiato, e che le confraternite del "Gregge di Maria" avessero tutte le indulgenze e i privilegi che venivano concessi a queste associazioni; ma le due bolle non approvavano esplicitamente la devozione.
Con la sua morte, avvenuta nel 1750, per alcuni anni questa devozione rimase in un certo senso orfana, ma trovò nel Beato Diego da Cadice (1743-1801) un fervente propagatore, che sosteneva di aver ricevuto il dono della parola attraverso il Divina Pastora. Fu lui a scrivere i testi liturgici appropriati per la celebrazione della Messa e della Liturgia delle Ore, che nel 1795 furono approvati da Papa Pio VI, che sancì canonicamente la devozione. Da quel momento i cappuccini spagnoli potevano celebrare la loro ricorrenza liturgica ogni anno alla vigilia della domenica del Buon Pastore, che era allora la seconda domenica dopo Pasqua.
Sempre sotto l'animazione del beato Diego
nel 1798 un decreto del Governo provinciale ordinò la collocazione della sua
immagine in tutte le chiese dei Frati e la proclamò Patrona delle missioni
cappuccine spagnole. La sua devozione si diffuse in tutta la Spagna, nelle
missioni in America Latina e anche in molte parti d'Italia che erano sotto
l'influenza spagnola. Nel 1885, Papa Leone XIII estese questa festa a tutto
l'Ordine.
Inoltre sono nate alcune Congregazioni
femminili fortemente legate a questa devozione: Suore Cappuccine della Madre del Divino Pastore (Beato fr. José
Tous y Soler, ofmcap); Terziarie
Cappuccine della Divina Pastora (fr. Pedro de Llisá, ofmcap); Terziarie Francescane della Divina Pastora
(Beata M. Ana Mogas); Congregazione del
Gregge di Maria (Francisco de Asís Medina); Congregazione dei Religiosi Scolopi, Figlie della Divina Pastora (P. Faustino Miguel, scolopio). Constatiamo
inoltre che anche la santità cappuccina in Spagna gode di una stretta vicinanza
a questa bella devozione.
Patrona di tutte le missioni cappuccine
Con il voto favorevole del Capitolo Generale del 1932, la Madre del Buon Pastore fu dichiarata Patrona universale di tutte le missioni dell'Ordine dei Cappuccini, il 22 maggio, e la tradizione continua ancora oggi. Infatti, le attuali Costituzioni approvate il 4 ottobre 2013, affermano al numero 181.3: “Affidiamo questo grande compito all'intercessione della Beata Vergine Maria, Madre del Buon Pastore, che generò Cristo, luce e salvezza di tutte le genti, e che il mattino di Pentecoste, sotto l’azione dello Spirito Santo, presiedette in preghiera l’inizio dell’evangelizzazione”.Tuttavia, sembra che non molte delle
nostre presenze missionarie, a parte quelle di origine spagnola, abbiano potuto
conoscere questa devozione e godere di questo patrocinio. Varrebbe certamente
la pena di diffonderlo più ampiamente in tutte le nostre missioni. La Madre del
Buon Pastore può essere una luce, un sostegno e uno stimolo nel nostro lavoro
missionario, perché, essendo una devozione tipicamente cappuccina, porta i
nostri tratti e può aiutarci ad essere più autentici.
Madre
del Buon Pastore o Divina Pastora?
Generalmente i teologi e le persone
notabili preferiscono chiamarla Madre del Buon Pastore, sebbene in alcuni
pronunciamenti della Chiesa fosse anche chiamata "Divina Pastora". Il
popolo di Dio non ha mai sentito il bisogno né accettato i motivi per cambiare
nome. Ha sempre continuato a chiamarla "Divina Pastora" e non perché la
credesse una dea, una divinità, perché tutti sanno perfettamente chi è: la Madre
di Gesù, il Buon Pastore; ma la devozione popolare rimarca che il suo servizio e
la sua azione sono divini. Collaborando al progetto di Dio, la sua azione
diventa divina, per questo viene chiamata affettuosamente "Divina
Pastora".
Una
vergine cappuccina
La sua minorità attira la nostra attenzione: seduta su una pietra sotto un
albero. È la regina del cielo e della terra, ma non ha un trono. Sta bene su
una pietra e cerca la semplice protezione di un albero. Non certo perché non
meriti o non possa avere altre comodità e privilegi, ma perché ha fatto una
scelta ed è felice di stare vicino al gregge.
Lei è circondata da pecore; ciò suggerisce
che generi fraternità. La Vergine
Maria promuove aggregazione. Come a Pentecoste sembra raccogliere gli apostoli
in preghiera, continua nella storia, come nostra madre, generando fraternità
tra noi, promuovendo la nostra unità.
Possiamo riconoscere in lei una donna in armonia con il creato. Usa ciò di cui
ha bisogno dal mondo: è vestita di pelle di pecora, è seduta sotto un albero,
conduce il gregge alle riserve di cibo e acqua, ma vive un rapporto rispettoso
con la natura. Il pastore ha sempre molto chiaro che lui dipende dalle risorse
naturali ed è per questo che non può rovinarle o prendere più di quanto può
essere rinnovato.
Essendo pastora incarna l'importanza del lavoro semplice. Ci ricorda che il
lavoro è una grazia, non è una punizione. Fa parte della nostra spiritualità. I
nostri santi cappuccini ci mostrano che non c'è santità cappuccina senza
lavoro. Il lavoro manuale, il lavoro discreto, quello che forse gli altri non
vogliono fare, sono per noi occasione di incontro, crescita, comunione e
servizio.
Fr. Mariosvaldo Florentino, ofmcap
Segretario Generale per l'Evangelizzazione,
l'Animazione e Cooperzazione Missionaria.
Fonti:
Lettera del Ministro generale, fr. John
Corriveau, in occasione della celebrazione del 3° centenario dell’attribuzione
del titolo “Maria, Madre del Buon Pastore” (Divina Pastora), 07/10/2003,
Analecta OFMCap, 2003, 647-654.
CRUCES RODRGUIGUEZ, José Francisco, La Divina Pastora de las almas:
historia de la advocación e iconografía y su vinculación con la ciudad de
Málaga, in: Advocaciones Marianas de Gloria, San Lorenzo del Escorial,
2012, 985-1004.
In questi secoli, artisti e pietà popolare
hanno saputo riproporla in molti modi, dimostrandoci quanto sia viva la
devozione.
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